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LA PRATICA PROFESSIONALE DA PERSONAL TRAINER

LA PRATICA PROFESSIONALE DA PERSONAL TRAINER

Il libro Guida completa per personal trainer di Morc Coulson ci indirizza verso le attitudini migliori da seguire in qualità di personal trainer. Vediamole insieme.

IL SETTORE

Il settore della salute e del fitness è formato da organizzazioni private (commerciali) e pubbliche (come ad esempio i centri ricreativi gestiti dagli enti locali) ed è cresciuto notevolmente negli ultimi anni fino a contare quasi cinque milioni di iscritti ai centri di fitness (soprattutto nel settore privato). Tuttavia, questa cifra può essere fuorviante, poiché non tiene conto dei tanti clienti che frequentano le strutture del settore pubblico senza abbonarsi, ma pagando di volta in volta.

Nel settore si sono sviluppate diverse catene leader e sono sempre meno i centri indipendenti. Inoltre, sembra che nel corso degli anni l’interesse si sia spostato dal fitness alla salute e al benessere; questo trend è ancora più enfatizzato dai servizi aggiuntivi offerti dalle palestre, che includono fisioterapia, massaggi, trattamenti rilassanti, omeopatia, servizi sanitari, ecc.

NATIONAL OCCUPATIONAL STANDARDS

Questi standard sono essenzialmente un elenco di criteri basati su abilità e conoscenze relativi a diverse aree del settore della salute e del fitness, con livelli progressivi di competenze dal livello 2 al livello 4 (il livello 1 è semplicemente quello di base e non richiede alcuna competenza).

Il raggiungimento di una qualifica su tutti i livelli consente l’ingresso nel REPs.

LIVELLO 2: ISTRUTTORE DI ESERCIZIO FISICO E FITNESS

LIVELLO 3: ISTRUTTORE DI ATTIVITÀ FISICA

LIVELLO 4: TRAINER SPECIALIZZATO

 

Esistono diverse categorie (indicate come categorie mediche, poiché le­gate ad ambienti clinici) al livello 4 a cui i PT possono accedere solo se possiedono una qualifica di livello 3 nella conduzione di esercizio fisico prescritto da un medico e un determinato numero di ore di pratica profes­sionale. Le aree specialistiche sono le seguenti.

  • Cardiopatia
  • Prevenzione delle cadute
  • Ictus
  • Salute mentale
  • Dolore alla schiena
  • Obesità/Diabete
  • Malattia respiratoria cronica
  • Riabilitazione per il cancro
  • Condizioni neurologiche di lungo termine
  • Riabilitazione militare

 

Ci sarebbe anche l’intenzione di aggiungere a questa lista una catego­ria “non medica” dedicata all’allenamento di forza e condizionamento, ma in quel caso la valutazione delle competenze del trainer spetterebbe alle associazioni specializzate in tale materia (per il Regno Unito, la Stren­gth and Conditioning Association). I trainer certificati di livello 4 hanno a disposizione una gamma di opportunità lavorative molto più ampia rispetto ai colleghi dei livelli 2 e 3. Possono, ad esempio, esercitare la pro­fessione in contesti clinici, come nei centri di riabilitazione cardiologica o post-ictus, oppure presso gli enti di sanità locali in un ambito che può spaziare dalla salute mentale all’obesità.

SVILUPPO PROFESSIONALE CONTINUO

 

Dopo l’accettazione all’interno del REPs, è responsabilità dei PT conti­nuare il proprio sviluppo professionale. Ciò può prevedere l’ottenimento di ulteriori qualifiche o la partecipazione a workshop, seminari e confe­renze accreditati dal REPs, con lo scopo di rimanere all’interno dell’al­bo (possono valere anche corsi di formazione non accreditati, ma questi prevedono, solitamente, un minor numero di punti). Questo è ciò che si intende per “sviluppo professionale continuo”, e i membri devono de­dicarvi una quantità minima di ore per rimanere all’interno dell’albo. È fondamentale che i PT facciano il punto sulle proprie performance e aggiornino le proprie conoscenze per individuare eventuali necessità in termini di formazione, in modo da fornire la migliore consulenza e moti­vazione possibile ai clienti. Per farlo, si può analizzare il comportamento di altri professionisti del settore, cercando quindi di sviluppare un piano di azione personale per identificare i corsi di formazione più adatti per lo sviluppo professionale continuo.

 

IL RUOLO DELL’ISTRUTTORE

Il ruolo principale del professionista del fitness è contribuire a un cambia­mento dello stile di vita delle persone attraverso la dieta e l’esercizio. È ampiamente riconosciuto che un’alimentazione poco salutare e l’inattivi­tà possano aumentare il rischio di contrarre malattie, fra cui cardiopatie coronariche, ipertensione, ictus, obesità, diabete, cancro e tante altre, ma, nonostante i benefici per la salute di uno stile di vita fisicamente attivo siano ben documentati, gran parte della popolazione adulta continua a condurre una vita sedentaria. Vi è, dunque, la necessità di un cambiamen­to nella dieta e nelle abitudini di allenamento delle persone.

La ricerca ha dimostrato che i nuovi clienti hanno spesso un alto livel­lo di motivazione quando cominciano un programma di esercizi per la prima volta e sono disposti ad adottare nuove abitudini di allenamento anche con poco incoraggiamento da parte del PT. Tuttavia, ci sono anche clienti che hanno bisogno di continui incoraggiamenti da parte del PT. Essenzialmente, la maggior parte dei clienti rientra in una di queste due categorie: persone che presentano una particolare condizione clinica per le quali un cambiamento dello stile di vita può migliorare o almeno pre­venire il peggioramento di tale condizione e persone apparentemente sane per le quali un cambiamento dello stile di vita contribuirebbe a prevenire o a ridurre il rischio di future patologie. Indipendentemente dal tipo di cliente, è responsabilità del PT operare secondo un preciso codice etico.

CODICE DI PRATICA ETICA

Il Codice di pratica etica nel settore della salute e del fitness delinea le buone prassi in quattro aree principali: diritti, rapporti, responsabilità e standard (si veda l’appendice 1). Al momento dell’ingresso nel Register of Exercise Professionals, i PT danno il proprio consenso a rispettare questo codice e di conseguenza si assumono responsabilità verso se stessi, verso altri colleghi e professionisti del settore del fitness, verso le loro rispettive istituzioni, associazioni di fitness e organismi professionali, verso il loro datore di lavoro e verso la società.

 

Nel malaugurato caso di una lamentela da parte di un cliente, il PT deve sempre affrontare la situazione con professionalità. Organizzare un incontro con il cliente a cui parteciperà un altro collega professionista imparziale può spesso essere sufficiente a risolvere lamentele di minore entità (ma per quanto siano di scarsa rilevanza, assicuratevi che siano ri­portate in forma scritta o registrate in formato audio e fornitene una copia a tutte le parti interessate). È anche possibile rivolgersi al comitato per ricevere assistenza nei casi in cui sorga un disaccordo o un conflitto fra colleghi che non si riesce a risolvere. Tuttavia, in prima istanza, è necessa­rio concentrare i propri sforzi per risolvere tali conflitti usando il Codice di pratica etica.

È consigliabile che i PT informino sempre i potenziali clienti del loro diritto di avanzare una lamentela. Questo deve essere fatto il prima pos­sibile, spiegando la procedura a voce o presentandola alla loro attenzione mediante la documentazione ufficiale. Poiché è stato dimostrato che i pro­grammi di esercizio regolari contribuiscono positivamente allo sviluppo fisiologico, psicologico ed emotivo delle persone, è importante che i PT conoscano il codice e lo rispettino integralmente. Come guida per rispet­tarlo, il PT deve tenere in considerazione le seguenti aree.

IMMAGINE POSITIVA

 

È opinione diffusa che l’idea che ci facciamo di una persona si sviluppi nei primi secondi dopo averla incontrata per la prima volta, il che significa che le prime impressioni sono di vitale importanza. Il PT deve compor­tarsi in modo professionale in ogni momento; perciò, quando si incon­tra qualcuno per la prima volta, vale la pena tenere a mente l’acronimo CANE.

C Contatto visivo: guardare sempre negli occhi l’interlocutore

A Aspetto: avere un aspetto professionale e fungere da modello

N – Nome della persona: ascoltare attentamente e ricordarsi il nome della persona

E Educazione: stringere la mano e dire il proprio nome

 

 

RAPPORTO CLIENTE-ALLENATORE

 

Secondo la ricerca, se il PT riesce a instaurare un rapporto di fiducia con il cliente, è più probabile che quest’ultimo rispetti il pro­gramma di allenamento. Griffin afferma che la volontà di impegnarsi da parte del cliente dipende in larga misura dalle abilità interpersonali del PT, che pertanto vanno sviluppate continuamente. Griffin suggerisce che è possibile migliorare tali abilità ponendo domande aperte (che consen­tono al cliente di dare la propria opinione su un argomento, piuttosto che rispondere solamente «sì» o «no») o domande chiuse nei momenti appropriati. Inoltre, è importante mostrare empatia verso i clienti, per esempio dicendo (sinceramente!): «Ti capisco benissimo, perché anche io ci sono passato», cosa che aiuta a conquistarsi la fiducia dell’interlocutore. Queste e altre abilità come comunicare efficacemente, ascoltare e fornire feedback verranno analizzate più avanti nel libro.

STABILIRE I LIMITI

 

All’inizio di ogni rapporto, è fondamentale che il PT informi il cliente su cosa può offrire, in modo che non ci siano fraintendimenti quando ci si ac­corda sui servizi che verranno prestati. Si deve comunicare al cliente che, qualora si verificasse la necessità di un servizio al di fuori delle capacità del PT, quest’ultimo potrà indirizzare il cliente a un altro professionista del settore.

DARE IMPORTANZA AL CLIENTE

 

Uno dei messaggi più chiari all’interno del Codice di pratica etica si rife­risce alla valorizzazione in misura uguale di tutti i clienti (indicata come “valorizzazione della diversità”), a prescindere da classe sociale, sesso, orientamento sessuale, cultura, religione o etnia. È fondamentale che i PT valorizzino tutti i clienti allo stesso modo e che adattino i propri servizi alle esigenze specifiche di ciascuno, al massimo delle loro possibilità, al fine di evitare potenziali discriminazioni.

Ad esempio, in alcune religioni come l’Islam, è considerato inappro­priato che le donne facciano esercizio fisico; pertanto, se il PT si trova a dover affrontare questa situazione, le sessioni di allenamento potrebbero essere svolte a porte chiuse e con un’allenatrice.

MANTENERE LA RISERVATEZZA

Vi sono diverse problematiche relative al termine “riservatezza”, che ver­ranno analizzate in maniera approfondita. In parole semplici, la riserva­tezza consiste nel mantenere segreta qualsiasi informazione trasmessa fra due persone (cliente-allenatore o allenatore-collega), e non condividerla con terzi senza previo consenso. Fintanto che i PT aderiscono a questo Codice di pratica etica e alle linee guida fornite nel presente libro, la riser­vatezza non sarà motivo di preoccupazione.