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I CONSIGLI PER INIZIARE A MUOVERSI DI PIÙ
L’esperienza personale e professionale del dott. Bertuccioli, medico, sportivo ed ex obeso, colpisce nel segno nel suo libro Muoviti!, dove ci parla dell’importanza di non auto-sabotarsi e di mettere a fuoco le priorità, con lo scopo di raggiungere finalmente un miglioramento fisico e mentale senza scorciatoie e soprattutto in modo definitivo.
Il movimento è la cosa più semplice del mondo, quella per cui l’organismo umano si è sviluppato così come lo conosciamo. Rappresenta una delle modalità principali attraverso le quali possiamo rapportarci e interagire con l’ambiente esterno, con cui possiamo esprimerci in quanto elementi che si muovono e interagiscono con l’ecosistema di cui fanno parte.
Siamo fatti per muoverci e funzioniamo bene quando ci muoviamo a sufficienza; questo fa profondamente parte della nostra natura, della natura dell’ambiente in cui viviamo e di quella dell’intero universo che, nei meccanismi che permettono il suo funzionamento, si basa su continui scambi di energia. E in effetti questo spiega anche come mai ci ammaliamo nel momento in cui iniziamo a muoverci poco e/o alimentarci troppo, troppo poco o male.
Banalizzando il concetto, sembra quasi che il comportamento che ci rende disfunzionali inneschi un lento e progressivo programma di auto-eliminazione, con cui l’ecosistema o in questo caso la natura si difende; entra in gioco una sorta di intelligenza biologica che inizia fornendoci dei segnali, che se ascoltati possono permetterci di tornare a una condizione di salute, ma se non ascoltati portano progressivamente alla malattia e infine alla morte. Cercando di mantenere l’ecosistema, la natura elimina quello che non funziona secondo le sue regole; da un punto di vista dell’etica moderna è una cosa per qualcuno forse terribile, ma funziona così: prima lo accettiamo e ci mettiamo l’anima in pace, prima ci potremmo concentrare su cosa fare per tornare in equilibrio.
La soluzione è muoverci. Punto, non c’è altro da fare. Per farlo è molto importante uscire dal cortocircuito intellettuale che ci siamo creati.
È quindi necessario riappropriarsi di abitudini e attività che forse, troppo presi dalle comodità, abbiamo abbandonato. Quante volte non abbiamo voglia di fare un paio di rampe di scale e ci buttiamo di istinto nell’ascensore? Oppure quante volte anche per un gesto semplice come quello di gettare la spazzatura ricorriamo all’automobile per percorrere poche centinaia di metri? Se ci pensiamo, a volte facciamo cose assurde: andiamo a iscriverci in palestra per poterci allenare mentre ci rifiutiamo di svolgere la maggior parte del movimento che durante la giornata ci potremmo trovare a fare.
Elenchiamo di seguito alcuni consigli per uno stile di vita migliore basati su accorgimenti quotidiani, semplici ed economici:
- Tutte le volte che è possibile fare le scale, evitare l’utilizzo dell’ascensore;
- Tutte le volte che è possibile, evitare l’impiego di scale mobili e nastri trasportatori;
- Parcheggiare un po’ più distante dalla nostra destinazione (per esempio ci basterà parcheggiare a 500 m di distanza per aver percorso un chilometro a piedi tra l’andata e il ritorno);
- Se non dobbiamo fare una spesa abbondante, utilizzare un cestino a mano invece del carrello;
- Ridurre quando possibile l’impiego di telecomandi e apparecchiature elettroniche;
- Se non è necessario documentare una comunicazione, alzarsi, muoversi e farla a voce;
- Eseguire manualmente i diversi lavori quotidiani quando possibile farlo;
- Quando ci troviamo ad attendere un treno, un aereo o di essere ricevuti per un appuntamento, anziché stare seduti potremmo sfruttare quel tempo camminando;
- Se abbiamo un animale da compagnia potremmo cogliere l’occasione per portarlo a passeggiare, farà bene a entrambi.
Per quanto possano sembrare minuzie, è importante tenere a mente che servono piccoli passi per costruire grandi risultati. Ed è proprio partendo dai passi giornalieri che possiamo raggiungere una tappa importante del nostro percorso: uno dei primi obiettivi deve essere raggiungere un livello di movimento giornaliero che preveda almeno una quota compresa tra i 6.000 e gli 8.000 passi, pari mediamente a circa 60 minuti di camminata. Nel valutare questo parametro dovremmo considerare che mediamente camminando a 100 passi al minuto (soglia identificata come minima per avere effetti sull’organismo), in 30 minuti è possibile eseguire circa 3.000 passi. Ovviamente questi rappresentano degli obiettivi medi a cui puntare, ma se progressivamente riusciremo ad arrivare ai famosi 10.000 passi prescritti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità i benefici potenziali potranno essere anche maggiori.
Una volta che abbiamo stabilito oltre ogni ragionevole dubbio come l’attività fisica sia un elemento di estrema importanza, diventa essenziale capire come poterla svolgere in maniera adeguata, quale tipo di attività si rivela più adatta a noi e soprattutto quanta ne dovremmo praticare. Ma andiamo per gradi analizzando un aspetto alla volta.
Quale attività è meglio praticare? La prima e più elementare risposta è: quella che più preferiamo, senza se e senza ma. Banalmente, perché fare qualcosa che piace e che dia soddisfazione non costituisce un peso (o comunque costituisce un peso minore), per cui aumenteranno le probabilità di svolgere attività fisica con regolarità e in misura adeguata, integrandola progressivamente nel proprio stile di vita.
La progressione graduale dovrà diventare un concetto basilare nel movimento e nell’attività fisica. Un approccio graduale si dimostra di fondamentale importanza tanto per l’equilibrio fisico quanto per l’equilibrio psicologico, aspetti alla base di qualsiasi programma di successo.
Per saperne di più, leggete Muoviti! del dott. Alexander Bertuccioli.