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IL CICLISTA CON DISABILITÀ/PARAOLIMPICO

IL CICLISTA CON DISABILITÀ/PARAOLIMPICO

Il ciclismo è un’ottima attività per le persone con diversi tipi di disabilità. A biciclette e tricicli possono essere apportate numerose modifiche. Il presente capitolo si concentra sul lato competitivo del ciclismo per disabili, con particolare attenzione al paraciclismo. Le Paraolimpiadi hanno inserito per la prima volta il ciclismo nel proprio programma nel 1992, sotto il controllo del Comitato Paraolimpico Internazionale.

Il paraciclismo viene controllato dall’Union Cycliste Internationale (UCI) dal 2006, con l’organizzazione di una Coppa del Mondo, Campionati Mondiali e Giochi Paraolimpici.

 

UNA PANORAMICA DELLE CATEGORIE NEL PARACICLISMO

La procedura di classificazione è stata rivista nel 2010 dopo un lungo dibattito e, come per tutti gli sport per disabili, ci sono controversie riguardanti la classificazione degli atleti. Sono molte le opportunità per i disabili nel ciclismo, ma per accedere alle competizioni ci si deve sottoporre a classificazione. Non si tratta di una scienza esatta e, nonostante venga impiegata una scala oggettiva per dare un punteggio, sono coinvolte nel procedimento molte fasi soggettive. Il nuovo sistema, tuttavia, cerca di tenere in considerazione le limitazioni fisiche e di comprendere al meglio gli orizzonti tecnici dell’individuo. Sarebbe infatti impossibile tenere singoli eventi per ciascun tipo di disabilità.

ATTREZZATURA PARACICLISTICA

Una delle differenze nello sport per persone con disabilità risiede nella necessità di modificare la bicicletta o il triciclo per la sicurezza e l’ottimizzazione delle prestazioni. Esistono naturalmente delle norme stabilite dall’UCI per la regolamentazione delle biciclette nelle gare, ma queste vengono modificate per gli eventi dei disabili. In qualsiasi campionato maggiore, la bicicletta viene controllata per assicurarsi che sia sicura per il ciclista e gli avversari. Possono essere eseguite molte modifiche e alcune di esse sono riportate di seguito.

Biciclette

La figura 16.2a mostra la modifica apportata al manubrio per una persona

nata senza le dita completamente formate e che non può afferrare un lato del manubrio. Nonostante le limitazioni possano sembrare minime, ci sono difficoltà alla partenza, in curva e soprattutto in frenata. Per questo atleta, il braccio può essere fissato all’attacco per la partenza e per scendere dalla sella. Su una bici da strada, i freni possono essere modificati per potere funzionare solo premendo da un lato.

 

Tricicli

I tricicli possono essere impiegati da persone con problemi di coordinazione o equilibrio. Nel paraciclismo la maggior parte degli agonisti su triciclo proviene dalla divisione paralisi cerebrale. I tricicli possono essere modificati in diversi modi, a seconda della natura della condizione dell’atleta. Alcuni ciclisti, che non riescono ad afferrare i freni sul manubrio, usano un sistema di frenata che si innesca quando ci si inclina all’indietro. Nel suo ultimo triciclo, David usa una struttura in fibra di carbonio e ruote a sezione profonda con le protesi montate parallele alla superficie stradale, creando una struttura più leggera e permettendo una migliore posizione aerodinamica.

Ci sono molti altri adeguamenti specifici che possono essere apportati a un triciclo. Gli atleti possono avere differenze di lunghezza delle gambe, che si risolvono con l’uso di scarpette rialzate o, in alcuni casi, pedivelle più corte da un lato. I sistemi di frenata e di marcia possono essere spostati su un solo lato se, per esempio, l’atleta è emiplegico e ha un controllo delle mani limitato.

Handbike

La handbike è pensata per una persona con doppia amputazione. Notate il sistema di idratazione Camelbak posto sul retro per l’approvvigionamento dell’atleta in allenamento e in gara. In questo caso, il ciclista deve essere protetto dalla catena e riuscire a vedere da sopra il freno posteriore. Il design dell’handbike si è evoluto in modo impressionante negli ultimi 10 anni, con strutture più leggere e forti e un’attenzione particolare a massimizzare la produzione di forza riducendo al minimo i limiti aerodinamici.

ALLENARE I PARACICLISTI

La scienza dell’allenamento ha fatto importanti passi in avanti negli ultimi anni e ora molti allenatori hanno basi scientifiche su cui fondare il proprio lavoro. Si tratta di applicare la scienza allo sport al fine di avere successo. Parte del mio compito di allenatore/fisiologo con la mia squadra di paraciclismo della Gran Bretagna è la traduzione di prassi scientifiche allo scopo di ottenere performance di qualità.

L’esperienza mi ha permesso di osservare le prestazioni di alcuni dei migliori paraciclisti del mondo durante tre edizioni dei Giochi Paraolimpici. Per scoprire le caratteristiche dell’atleta, viene inizialmente condotto uno screening fisico, medico e fisioterapico. Successivamente viene valutato il profilo dell’evento nel quale l’atleta competerà e si considera il livello delle sue prestazioni in relazione ai migliori tempi registrati. Gli atleti gareggiano in eventi che durano dai 20 secondi, come i 200 m, a circa 90 minuti, come è il caso di una gara su strada. Una volta chiari i parametri, vengono condotti i test di laboratorio di rutine, come la misurazione della soglia lattacida, il consumo di ossigeno e la potenza critica, così da individuare le intensità di allenamento adatte all’atleta. Su pista, si osserva anche la potenza necessaria a fare accelerare la bici da ferma al ritmo di gara. Questo test viene condotto con pedivelle SRM che permettono il confronto tra i migliori ciclisti al mondo. La figura 16.5 mostra i dati relativi allo sforzo di uno sprint di 1 km di un ciclista con paralisi cerebrale e di un ciclista olimpico non disabile.

Il picco di emissione di potenza di 525 W è stato raggiunto in 5 secondi dal paraciclista a 114 riv min-1, a confronto con le 150 riv min-1 dell’olimpico che vi ha impiegato 3 secondi. Se ne deduce che siano diversi i picchi di potenza e le tempistiche necessarie a raggiungerli.

 

 

 

 

Un ciclista che abbia problemi di equilibrio (in seguito, per esempio, a paralisi cerebrale) può mostrare una frequenza cardiaca piuttosto alta anche a intensità ridotte, poiché si trova a dovere compensare la difficoltà di equilibrio con una maggiore attività muscolare o tramite una maggiore risposta simpatetica (rilascio di adrenalina). I paraciclisti possono provenire da altre discipline, oppure essere ex ciclisti che in seguito a lesioni hanno acquisito lo status di disabili. In altre situazioni ancora, l’atleta può appartenere a un’altra disciplina sportiva e servirsi del ciclismo come parte di un metodo di allenamento. Di conseguenza, il volume e l’intensità delle attività proposte devono essere attentamente calibrate anche a seconda di questi parametri per designare un programma di allenamento adeguato a ciascun atleta.

 

Se volete saperne di più sui ciclisti paraolimpici e senior, consultate il libro Performance ciclistica di James Hopker e Simon Jobson.

Performance ciclistica