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Scopri limportanza dell'equilibrio omeostatico con il libro sul Benessere
Alla base di tutto c’è l’equilibrio omeostatico.
Proprio così! In questo breve estratto da uno dei Libri di Benessere più importanti del nostro catalogo, intitolato Benessere: il piacere di vivere bene, scopriamo insieme:
- Cos’è l’equilibrio omeostatico;
- Il significato di “Omeostasi”;
- Il mantenimento dell’Omeostasi.
Cos’è l’equilibrio omeostatico?
L’equilibrio omeostatico è un concetto poco conosciuto e poco spesso preso in considerazione da chi si occupa di salute e benessere, anche da coloro che dovrebbero porlo alla base di tutte le tecniche preventive e terapeutiche.
Uno stabile equilibrio omeostatico corrisponde a un ottimo livello di benessere psico-fisico.
In pratica, per ottenere una condizione di benessere, ogni apparato del nostro sistema deve conservare un determinato equilibrio che garantisca una condizione di buona funzionalità; allo stesso modo, tutti gli apparati devono interagire tra loro per garantire un ben più ampio e importante equilibrio generale che corrisponderà a un bisogno innato dell’essere umano, sia dal punto di vista fisico che mentale. L’omeostasi potrebbe allora essere considerata come una condizione di “equilibrio con la natura” le cui eventuali importanti modificazioni portano sicuramente a disturbi e patologie.
La cosa più interessante è rappresentata dal fatto che questo equilibrio non viene riferito soltanto alla condizione di salute fisica-organica, ma a tutta una serie di realtà comprendenti anche la sfera mentale. Nella vita di ogni individuo si realizza una costante rottura dell’equilibrio omeostatico e del suo ripristino.
Il significato di "Omeostasi"
La parola “omeostasi” fu coniata dal fisiologo americano Cannon nel 1929 e deriva dalla fusione di due parole greche: òmoios, che significa “simile” e stasis, “posizione”. L’omeostasi non è altro che la condizione di stabilità interna di tutti gli organismi viventi che deve mantenersi anche al variare delle condizioni esterne attraverso meccanismi autoregolatori.
All’insieme ordinato dei sottosistemi che compongono l’organismo umano è preposta una rete di sistemi di controllo, il cui intervento simultaneo regola il flusso di energia e di metaboliti, in modo da conservare immutato o quasi l’ambiente interno, indipendentemente dalle modificazioni di quello esterno. In particolare, l’omeostasi è riferita al dinamico mantenimento di volume, temperatura e acidità del “mezzo interno” (plasma sanguigno, liquidi interstizi e intracellulari) e tale condizione è essenziale per la sopravvivenza dell’intero organismo.
Le ultime tendenze della Scienza puntano tuttavia ad applicare il concetto di equilibrio omeostatico a tutti i singoli apparati di tutti gli esseri umani e, alla fine, a un unico processo che li comprende e li coordina tra loro. Bernard si era così espresso: «… tutti i meccanismi vitali, per quanto siano vari, non hanno altro che un fine costante: quello di mantenere l’unità delle condizioni di vita dell’ambiente interno».
L’omeostasi è la capacità di autoregolazione degli esseri viventi, importantissima per mantenere costante l’ambiente interno nonostante le variazioni dell’ambiente esterno.
È facile intuire che tutti gli animali e tutti gli organismi viventi che non siano uomini, attivando l’istinto, vivono la propria esistenza solo in funzione di questo fine. L’obiettivo degli esseri umani, invece, grazie al pensiero e alla coscienza, non è solo questo; anzi, a volte si attiva una diminuzione cosciente dell’impegno a mantenere stabile i vari equilibri. Ma questo è un altro discorso.
Il mantenimento dell'Omeostasi
Qualsiasi importante e grave alterazione dell’omeostasi porta alla malattia o, peggio ancora, alla morte: si tratta di una legge universale che coinvolge tutti gli esseri viventi e che prevede l’insorgere di un problema nel momento in cui si va a destabilizzare o rompere un determinato equilibrio. Per fare un esempio, osserviamo che nel diabete la rottura di questo equilibrio si manifesta con valori ematici di glucosio superiori alla norma; nel coma ipoglicemico si registra invece la condizione opposta, i valori ematici di glucosio sono cioè ben sotto la norma.
L’equilibrio omeostatico è garantito da un sofisticato meccanismo autoregolatore che con una dinamica a feedback si occupa degli aggiustamenti indispensabili al mantenimento costante delle varie caratteristiche.
Gli stimoli che giungono e che vengono captati dai vari sensori disposti nell’organismo sono elaborati dal processore centrale, che invia una risposta per riportare tutto il sistema nel suo ideale intervallo di normalità.
In fisiologia si tratta di un vero e proprio “arco riflesso”, un sistema costituito da:
- a) Un centro sensoriale in grado di captare le variazioni che possono giungere dall’esterno o dall’interno del corpo stesso;
- b) Un centro integratore che interpreta i segnali dei recettori ed elabora le risposte;
- c) Un sistema effettore che attiva le risposte necessarie al ripristino delle condizioni ottimali.
Il feedback può essere negativo quando l’organismo riesce a contrastare l’effetto dello stimolo destabilizzante con una reazione opposta (ad esempio, un abbassamento della temperatura corporea provocherà una reazione tendente a innalzare la temperatura stessa). Il feedback è invece positivo quando l’organismo risponde rinforzando l’azione dello stimolo iniziale invece di diminuirla o rimuoverla.
Ciò destabilizza il sistema sino a quando un evento esterno al circuito a feedback arresta la risposta dell’organismo, come accade ad esempio per la secrezione di acidi in un processo digestivo, secrezione che continua sino a quando il cibo passa dallo stomaco all’intestino.
Tutti i sistemi dell’organismo contribuiscono al mantenimento dell’omeostasi, ma il principale centro di controllo è rappresentato dal sistema nervoso centrale, che determina il tipo di risposta più appropriata.
Pressoché tutti i processi fisiologici sono regolati, a ogni livello, da questi sistemi di controllo, che permettono all’essere vivente di adattare la propria individualità biologica in modo tale da preservarne le costanti contro le sollecitazioni dell’ambiente. Come già detto, le alterazioni patologiche si verificano, infatti, allorché lo stimolo è eccessivo e/o la risposta non è idonea a soddisfare questa esigenza di equilibrio e di stabilità dell’organismo.
Particolarmente importante è il ruolo del sistema ormonale (a sua volta dipendente da quello nervoso, attraverso l’ipotalamo), che controlla e regola gli altri sistemi dell’organismo; la sua risposta è da considerarsi lenta (minuti, ore, giorni), al contrario di quella messa in atto dal sistema nervoso, che è rapidissima e si mette in azione nel giro di secondi, o meno, ma i cui effetti sono di breve durata. Pertanto, la cooperazione tra i due sistemi fornisce metodi di controllo complementari ed efferenti, tanto ai muscoli quanto alle ghiandole.
A volte, per una singola variabile (come la pressione arteriosa e la temperatura) si possono avere multipli sistemi di controllo, che servono a garantire il mantenimento di un determinato equilibrio anche quando non tutti i recettori e gli effettori di cui consistono sono funzionanti: in questo modo si riuscirebbe ad ottenere una maggiore garanzia di controllo.