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PROTEZIONE DI BAMBINI E PERSONE VULNERABILI

PROTEZIONE DI BAMBINI E PERSONE VULNERABILI

Il libro Guida completa per personal trainer di Morc Coulson ci mette in guardia anche dai pericoli che possono accadere in qualità di personal trainer, aspetti che non bisogna sottovalutare.

 

LA PROTEZIONE DEI BAMBINI E DEGLI ADULTI VULNERABILI

Per la legge britannica, tutti gli adulti che lavorano con i bambini hanno la responsabilità (denominata “obbligo di assistenza”) di proteggere i bam­bini da abusi sessuali, fisici ed emotivi. L’inosservanza di questo principio è considerata una negligenza e può portare a un procedimento penale.

Gli aspetti chiave della legislazione sono stati recentemente estesi per includere standard di protezione simili per gli “adulti vulnerabili”. Un adulto vulnerabile è una persona maggiorenne che riceve o necessita di servizi di assistenza per cause relative alla disabilità (mentale o di altro tipo), all’età o alla malattia, e che non è in grado di prendersi cura di se stessa o di proteggersi da pericoli o sfruttamento. D’altra parte, un cliente vulnerabile può essere descritto come una persona che sta attraversando uno “speciale” processo fisiologico (ad esempio, l’infanzia, l’invecchia­mento e la gravidanza) che la espone maggiormente ai rischi relativi all’e­sercizio fisico. Nel settore del fitness e della salute, viene spesso usato il termine “popolazione speciale” per descrivere un cliente vulnerabile.

I PT operanti nel settore devono sapere che sono tenuti a fornire un ra­gionevole livello di assistenza al fine di evitare infortuni ai clienti e danni alle loro proprietà.

Nel 1999, è stato implementato il Protection of Children Act, con l’obiet­tivo di aumentare il livello di protezione per i bambini mediante un con­trollo delle persone che intendono lavorare con loro. I nomi delle persone giudicate inadatte vengono inseriti nelle seguenti liste.

  • La List 99 del Department for Education And Skills (DfES)
  • La lista del Protection of Children Act
  • La lista del Protection of Vulnerable Adults
  • La lista del Dipartimento della Salute britannico

Se una persona desidera lavorare con i bambini, il suo nome deve su­perare un controllo incrociato di queste liste. A partire dal mese di no­vembre 2012, un’organizzazione facente parte del Ministero degli affari interni del Regno Unito, denominata Disclosures and Barring Service, si occupa di queste verifiche.

 

 

La maggior parte delle organizzazioni che danno lavoro ai PT dispo­ne di procedure messe in atto per garantire che le persone inadatte non possano interagire con i bambini e gli adulti vulnerabili. Le strutture devono rendere disponibili a tutti i propri dipendenti le politiche sulla tutela dei bambini e degli adulti vulnerabili, ed è nell’interesse del PT conoscere tali politiche, poiché vi può trovare anche consigli su come proteggere se stesso da potenziali accuse. I PT in libera professione han­no la responsabilità di accertarsi che questo venga rispettato. Anche il Joint Chief Inspectors’ Report on Arrangements to Safeguard Children (2002) è un testo utile per i PT. La tutela e la protezione dei bambini e degli adulti vulnerabili coprono molte aree di cui il PT deve essere consape­vole, come il contatto fisico, la riservatezza, il comportamento sessuale, il contatto sociale, la comunicazione e il conforto.

CONTATTO FISICO

 

Dal punto di vista dell’insegnamento, in alcune situazioni potrebbe ren­dersi necessario qualche tipo di contatto fisico. Ciò può mettere a disa­gio i clienti vulnerabili. Il PT deve sempre chiedere il permesso al cliente, spiegargli il motivo e cosa sta per fare. Ad esempio, potrebbe essere ne­cessario modificare la presa di un bilanciere, per cui il PT dovrà toccare la mano e il polso del cliente per poter adottare tale modifica. I PT devono essere sempre professionali in queste circostanze e non far sembrare mai di avere un secondo fine o di prolungare il contatto fisico senza averne la necessità. È spesso consigliabile informare in anticipo i genitori sulle finalità dell’insegnamento (in particolare con i bambini molto piccoli), in modo che capiscano la potenziale necessità di contatto fisico.

 

Purtroppo, talvolta accade che siano i clienti (in particolare le persone che hanno subito abusi) a cercare un contatto fisico inappropriato con il PT. Indipendentemente dalle circostanze, ogni situazione in cui una per­sona vulnerabile inizia un contatto fisico inappropriato deve essere risol­ta. Il PT deve chiarire quali sono i limiti (in modo sensibile) e segnalarlo a un superiore il prima possibile. Al fine di ridurre il rischio di situazioni inappropriate (o per evitare che si creino fraintendimenti fra il PT e il cliente), i PT devono minimizzare il contatto fisico. Tuttavia, in alcune situazioni, il contatto è inevitabile, come per i seguenti scopi.

 

  • Dimostrare l’utilizzo di determinate attrezzature
  • Aiutare ad allacciare le scarpe
  • Fornire un appoggio durante l’esecuzione di una tecnica di esercizio

In queste situazioni, è importate che il PT adotti sempre un approccio professionale. La regola fondamentale per i PT prevede di non rimanere mai da soli con una persona vulnerabile. Se si verifica una situazione in cui una persona vulnerabile sta aspettando i genitori ed è presente solo il PT, entrambi devono aspettare in una zona in cui siano presenti altre persone (ad esempio alla reception della palestra in cui stanno lavorando).

RISERVATEZZA

 

Succede spesso che i PT debbano raccogliere informazioni riservate su clienti vulnerabili (indirizzo, dati di contatto, ecc.). Queste informazioni devono essere trattate in modo confidenziale in ogni momento.

COMPORTAMENTO SESSUALE

 

Quando una persona maggiorenne si trova in una specifica posizione di fidu­cia con un/una minorenne, è reato compiere qualsiasi tipo di attività sessua­le con o in presenza di quella persona, o far sì che quella persona compia o assista a qualsiasi attività sessuale. Non esistono ambiguità al riguardo: ogni tipo di attività sessuale è un reato penale! Purtroppo, però, accade spesso che i bambini o le bambine abbiano un’infatuazione verso i propri allenatori. Si tratta di una situazione molto delicata in cui gli istruttori devono essere sempre estremamente professionali e, se sospettano qualsiasi tipo di infatua­zione da parte del cliente, devono rivolgersi immediatamente a un professio­nista. Occorre che i PT siano soprattutto consapevoli del fatto che mostrare più attenzioni verso alcuni bambini rispetto ad altri, indipendentemente dal sesso, può essere percepito dalle persone come una sorta di “adescamento”.

CONTATTO SOCIALE

 

In termini semplici, i PT devono cercare di non avere alcun contatto socia­le con i clienti vulnerabili e le loro famiglie. Tuttavia, nella pratica, non è sempre facile seguire questa regola, poiché molti allenatori hanno già un contatto sociale con le famiglie prima di assumere il ruolo di istruttori.

 

COMUNICAZIONE

 

Quest’area riguarda l’uso di qualsiasi strumento di registrazione o di co­municazione, come i telefoni cellulari, le mail, i siti web, le fotocamere, i video, ecc. I PT devono sempre essere coscienti di qualsiasi cosa che possa essere percepita come adescamento. Ad esempio, non bisogna mai dare numeri personali di casa o di cellulare e si devono usare con cautela i so­cial network come Facebook. A prescindere dal mezzo utilizzato, qualsia­si comunicazione fra il PT e il cliente vulnerabile deve avvenire attraverso i genitori, i tutori o le persone che lo assistono.

 

CONFORTO

 

Per le persone vulnerabili è piuttosto comune essere tristi per un motivo o per l’altro. L’istinto umano di metter loro un braccio sulle spalle per offri­re conforto può essere forte, tuttavia in molti casi ciò non andrebbe fatto, specialmente quando si lavora da soli con la persona vulnerabile. Il PT deve servirsi del suo giudizio professionale, perché ogni situazione può essere diversa dall’altra. Ad esempio, la persona potrebbe intristirsi per non avere svolto bene un esercizio e in questo caso è sufficiente appog­giare una mano sulla spalla o dare una leggera pacca di incoraggiamento sulla schiena. Nel caso in cui una persona si faccia male o cada a terra, può essere necessario cingere le sue spalle con un braccio per consolarla se si trova in uno stato di sofferenza. Tuttavia, il PT deve sempre fare attenzio­ne nel caso in cui una persona vulnerabile finga uno stato di sofferenza per guadagnarsi la sua empatia. Qualora nutra dei dubbi su una partico­lare circostanza, il PT deve prendere nota dell’accaduto.

AFFRONTARE L’ABUSO

Talvolta succede che un cliente vulnerabile si rivolga a un allenatore ri­ferendogli una situazione di abuso che coinvolge un adulto o un altro allenatore. L’abuso può manifestarsi in diverse forme (fisico, emotivo e sessuale, abbandono e bullismo) ed è spesso difficile da individuare, in particolare se il PT non possiede un’esperienza pregressa in questo ambi­to; dunque, i PT devono assicurarsi di capire la natura di ciascuna forma di abuso.

ABUSO FISICO

 

Questo tipo di abuso si verifica quando un danno fisico viene causato deliberatamente mediante colpi, bruciature, morsi o spintoni ed è carat­terizzato da infortuni fisici che non vengono spiegati in modo soddisfa­cente.

 

 

ABUSO EMOTIVO

 

Questo tipo di abuso riguarda situazioni prolungate nel tempo che si ri­percuotono gravemente sul benessere emotivo delle persone vulnerabili, come ad esempio critiche reiterate, sarcasmo, bullismo e prese in giro. Include anche situazioni in cui si fa provare vergogna a una persona per un suo eventuale comportamento involontario.

ABBANDONO

 

Questo tipo di abuso si verifica quando gli adulti non soddisfano i bisogni primari di una persona vulnerabile (siano essi fisici, psicologici e/o emo­tivi), come fornire protezione, cibo, riparo e affetto, compromettendo in tal modo la salute e lo sviluppo.

BULLISMO

 

Questo tipo di abuso può essere verbale, scritto o fisico e può anche av­venire attraverso Internet. Le vittime sono spesso timide e sensibili e soli­tamente vengono prese di mira per essere in qualche modo diverse dagli altri.

ABUSO SESSUALE

 

Questo tipo di abuso avviene quando gli adulti (o perfino altri bambini) usano le persone vulnerabili per le proprie esigenze sessuali. Non è sem­pre necessario che ci sia un contatto fra le parti coinvolte, poiché anche l’esposizione a materiale pornografico costituisce un abuso sessuale.

Gli effetti di qualsiasi tipo di abuso sessuale possono essere duraturi dal punto di vista fisico e psicologico ed è piuttosto comune che il com­portamento manifestato dai bambini in seguito a un abuso possa prose­guire anche nell’età adulta. Pertanto, è cruciale che i PT siano in grado di riconoscerne i segni. Tra gli effetti dell’abuso ricordiamo i seguenti.

  • Dolore da lieve a grave (acuto o cronico) e in alcuni casi lesioni e perfi­no la morte
  • Problemi comportamentali, come aggressività e scatti d’ira
  • Problemi di sviluppo (fisico, emotivo e psicologico)
  • Problemi di apprendimento (cognitivi e sociali)
  • Problemi di autostima e poca considerazione di sè
  • Comportamento introverso
  • Tendenze depressive e autodistruttive

Accorgersi di avere a che fare con una persona vittima di abusi può essere estremamente difficile, pertanto il PT deve conoscere i segni tipici legati a ciascuna sottocategoria.

Sebbene la segnalazione di un possibile abuso possa mettere il PT in una situazione molto delicata, non è sua responsabilità decidere se è stato davvero tenuto un comportamento inappropriato. I casi di accuse false sono rari, pertanto è necessario prendere immediatamente provvedimen­ti. I centri di fitness e personal training devono disporre di procedure atte a implementare tali provvedimenti e il PT ha la responsabilità di assicu­rarsi che vengano capite e seguite in modo corretto. Qualora un allena­tore non lavori in un centro, è ancora più importante assicurarsi che le procedure vengano seguite e le informazioni vengano registrate e trattate in modo riservato. Se un cliente cerca di comunicare qualsiasi forma di abuso, il PT deve attenersi alle seguenti procedure di riferimento.

  1. Restate sempre calmi.
  2. Rassicurate la persona sul fatto che la situazione verrà presa sul serio.
  3. Spiegate che dovete seguire una procedura di segnalazione e non pro­mettete niente.
  4. Incoraggiate la persona a raccontarvi tutta la storia, ma evitate di inda­gare o porre domande chiuse (a cui si risponde «Sì» o «No»).
  5. Ascoltate attentamente senza fare alcun commento sulle accuse.
Guida completa per personal trainer