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Principio dell’azione-funzione nell'allenamento funzionale
Guido Bruscia spiega il Functional Training
L’evoluzione dell’allenamento moderno è allenare ogni muscolo secondo la sua azione (applicazione frequente nelle palestre) e la sua funzione (caratteristica spesso trascurata). Capire le scelte evolutive del nostro apparato locomotore: è da qui che vorrei partire.
In questo articolo tratto dal best seller di Guido Bruscia: Allenamento funzionale parliamo di:
- Principio dell’azione-funzione;
- L’importanza della funzione.
Principio dell’azione-funzione
Nelle palestre si è ricercato fino all’eccesso il concetto di isolamento, focalizzando l’attenzione sulla semplice azione muscolare ma perdendo di vista l’insieme, il motivo per cui quel muscolo, catena cinetica o catena articolare si sono evoluti in un certo modo. Ne discende il Principio dell’azione-funzione:
L’allenamento di ogni qualità o capacità motoria deve essere programmato in base all’azione e alla funzione della catena cinematica su cui viene applicato.
Senza una rispondenza di questo tipo, l’allenamento sarà per forza di cose incompleto. Semplificando:
Allenamento funzionale = Azione + Funzione
Per gli stessi motivi, gli esercizi funzionali difficilmente possono essere catalogati come esercizi per il pettorale, il grande dorsale o il quadricipite. Lavorando infatti su catene cinematiche quanto più possibile estese, saranno coinvolte grandi aree muscolari, anche se con una prevalenza dell’uno o dell’altro distretto. L’obiettivo dell’allenamento funzionale è uno stress sistemico, che coinvolga il più possibile i sistemi organici.
L’importanza della funzione
Solo entrando nel concetto di allenamento funzionale ci possiamo rendere conto degli errori marchiani commessi nell’elaborazione di esercizi e metodiche che si concentrano (spesso in modo sbagliato) su un solo aspetto dell’allenamento: l’azione. Facciamo qualche esempio:
1. Gruppo del bicipite femorale e ischiocrurali
Quattro fasci muscolari:
- Capo breve del bicipite femorale;
- Capo lungo del bicipite femorale semimembranoso;
- Capo lungo del bicipite femorale semitendinoso.
Dei quattro capi uno solo è monoarticolare: il capo breve del bicipite femorale.
Azione: flessione della gamba sulla coscia. Gli altri tre sono biarticolari, “cavalcano” l’articolazione del ginocchio e quella dell’anca.
Azioni: flessione della gamba sulla coscia; estensione della coscia sul bacino.
I muscoli biarticolari per essere allenati in maniera completa devono essere sollecitati con movimenti biarticolari. In palestra non esistono macchine biarticolari per il bicipite femorale. Seguendo i principi della biomeccanica, l’allenamento sulle sole macchine per questo gruppo, le mitiche leg curl, sarà sempre incompleto. Scopriamo qual è la funzione del gruppo del femorale e sapremo con quali esercizi allenarlo.
2. Gruppo dell’adduttore
Tre fasci monoarticolari e uno biarticolare: il gracile. L’azione dell’adduttore è, come dice il nome stesso, addurre gli arti inferiori.
Il muscolo gracile adduce la coscia, flette e ruota medialmente la gamba. Il sartorio ha origine sulla porzione anteriore della coscia; non fa parte, dunque, del gruppo dell’adduttore, ma agisce sinergicamente con il gracile (e col gruppo del femorale, dato che flette la coscia sul bacino), in quanto flessore della gamba sulla coscia. In palestra vengono allenati, soprattutto dalle donne, sulle classiche adductor machine.
Ragioniamo: abbiamo presenti le nostre scelte evolutive? Le scimmie, da cui deriviamo, hanno il gruppo degli adduttori, eppure non abbiamo mai visto una scimmia aprire e chiudere le gambe in alcun gesto della sua vita quotidiana. È evidente che abbiamo perso di vista la funzione di questo gruppo muscolare e che il suo allenamento è perciò incompleto.
Qual è la funzione del gruppo dell’adduttore? L’adduttore è un muscolo con funzione di stabilizzazione; inoltre è un flessore o un estensore, a seconda della posizione dell’arto controlaterale. Dunque, va allenato con movimenti pluriarticolari e a peso corporeo.