- Silver-Fagan Alex
- AA.VV.
- Agostino Samuel
- Albini Ester
- Allegri Sara
- Altman Peggy
- Andrea Neyroz
- Antonucci Lauren A.
- Austin Dan
- Barbi Moreno
- Barbieri Davide
- Bargossi Alberto Mario
- Bazzani Boris
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- Bertuccioli Alexander
- Bianco Antonino
- Bordoni Bruno
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- Brescia Teodoro
- Broussal-Derval Aurélien
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- Burt Phil
- Cánovas Linares Ricardo
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Il pilates e l'immaginazione visiva
Come aiutare gli allievi
Alcuni istruttori di pilates usano un linguaggio fiorito e lirico, mentre altri sono più diretti, ma l’obiettivo è sempre lo stesso: comunicare come si dovrebbe percepire un movimento quando viene eseguito correttamente e creare un’immagine che aiuti gli allievi a ricordare quella sensazione la volta successiva.
In questo articolo, tratto dal libro Pilates Tutor, spiegheremo l'utilità di:
- L'immaginazione visiva
- Pensare ai muscoli
L'immaginazione visiva
Se vi trovate a dover spiegare a un principiante come attivare i muscoli addominali, pochi riusciranno a capire di cosa state parlando. Alcuni istruttori diranno: «Fate rientrare l’ombelico verso la colonna», o cercheranno di fare in modo che gli allievi attivino il pavimento pelvico, creando una curva «simile a un sorriso» tra l’osso iliaco e quello pubico. Il mio approccio è molto preciso e utilizzo un linguaggio comprensibile a tutti:
«Mentre espirate con la bocca, immaginate di portare gli ischi, l’osso iliaco e la costola inferiore (la “costola fluttuante”) verso l’asse centrale, come se una grande mano vi cingesse la vita. Infine, abbassate delicatamente l’ombelico senza muovere il bacino o la colonna lombare».
Ognuno ha il suo metodo di insegnamento e non c’è nulla di male nell’usare l’immaginazione per aiutare gli allievi. Joseph Pilates scelse dei nomi figurativi per alcuni dei suoi 34 esercizi, nomi come Boomerang, Scissors (“forbici”), Jackknife (“coltello a serramanico”) e Swan dive (“tuffo del cigno”), i quali ad esempio ricordano le forme che crea il corpo mentre li si esegue.
Nei miei studi pilates, ogni membro dello staff ha il suo approccio. Mentre una cliente esegue un Sollevamento obliquo del petto, potreste sentire un istruttore chiederle di immaginare che ci sia qualcuno accanto a lei e che debba sollevare e torcere il petto per lasciare che l’osservatore legga lo slogan stampato sulla sua maglietta. Oppure, per insegnare a eseguire gli Adduttori da seduti, qualcuno potrebbe dire al cliente di immaginare di essere al mare e di appiattire la sabbia con la gamba in movimento. Ho sentito un insegnante chiedere a una cliente di immaginare che i suoi glutei si stessero «baciando» durante la contrazione dei glutei.
Ovviamente, ogni consiglio deve essere adattato al sesso del cliente (ad esempio, non direste mai a un uomo di posizionare un asciugamano arrotolato all’altezza della chiusura del reggiseno). Ma se aiuta il cliente a sviluppare un’accurata memoria muscolare, qualsiasi consiglio è accettabile per me.
Pensare ai muscoli
A volte, durante un esercizio, suggerisco di pensare a un’azione senza doverla realizzare veramente. Per esempio, potrei dire: «Immaginate che l’osso sacro si stia allontanando da voi» o «Immaginate di portare il lato destro della gabbia toracica verso il centro». Semplicemente con l’immaginazione, attiverete i muscoli giusti e, allo stesso tempo, formerete un’immagine mentale di ciò che sta succedendo sotto la vostra pelle.
Un altro metodo che potete usare per sviluppare la memoria muscolare è toccare il muscolo in questione. Posizionate le punte delle dita sull’addome mentre attivate gli addominali per sentire i muscoli al lavoro. Posizionatele sull’interno coscia mentre eseguite gli adduttori da seduti. Quando leggete la sezione sui muscoli, provate a identificare ognuno di essi nel vostro corpo e a pensare a come lo attivereste. Fissate nella vostra mente un’immagine della posizione di ciascun muscolo, la direzione delle fibre muscolari e i movimenti che crea; questo vi aiuterà a lavorare sulle lesioni o a correggere cattive abitudini posturali.