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LA SCIENZA DEGLI INTEGRATORI
Che cosa sono gli integratori sportivi e gli aiuti ergogenici? Ce lo spiega Anita Bean in Integratori per lo sport.
Gli integratori sportivi sono integratori nutrizionali destinati a integrare la normale alimentazione per migliorare lo stato di salute e il benessere generale, oppure per potenziare le performance sportive.
Tra gli integratori si possono annoverare pastiglie, capsule, polveri, bevande e barrette. Questi prodotti vantano una lunga serie di proprietà: alcuni incrementano la massa muscolare, altri contribuiscono all’aumento o alla perdita di peso, altri ancora aumentano la resistenza o la flessibilità, reidratano l’organismo, accelerano il recupero o sopperiscono a una carenza di sali minerali.
Viene invece definito aiuto ergogenico ogni fattore esterno in grado di migliorare le performance sportive. Questi fattori includono gli integratori sportivi, ma anche farmaci e pratiche illegali.
L’idea che alcune sostanze o alimenti possano migliorare le performance sportive non è certo nata in anni recenti. Nell’antica Grecia di 4000 anni fa, durante lo svolgimento dei giochi olimpici, gli atleti consumavano fegato di cervo e cuore di leone per essere più veloci, coraggiosi e forti. Naturalmente queste pratiche si basavano su credenze popolari e non avevano alcun fondamento scientifico; tuttavia, sottolineano senza dubbio il desiderio insito negli sportivi di procurarsi un margine di vantaggio nella competizione.
Tra compresse, bevande, polveri, drink e barrette che promettono di aumentare la resistenza o la forza, velocizzare il recupero o ridurre il grasso corporeo, oggi gli atleti hanno l’imbarazzo della scelta. Alcuni di questi effetti sono scientificamente provati; per altri non è così. Ma la domanda è: come sapere se si tratta di prodotti sicuri, efficaci e legali? Purtroppo non è semplice. A differenza di quanto avviene per i farmaci, non esiste alcuna legislazione che disciplini in maniera sistematica gli integratori alimentari e sportivi o i preparati naturali. Non c’è quindi modo di sapere cosa contengano esattamente questi prodotti, né di avere alcuna garanzia in merito alla loro reale efficacia. E se anche l’etichetta riporta l’elenco degli ingredienti, nulla vieta ai produttori di reclamizzare un miglioramento delle prestazioni sportive a prescindere dalla fondatezza di tale promessa. Inoltre, poiché il quadro normativo che regola la pubblicità varia da paese a paese, alcuni claim potrebbero effettivamente essere falsi o ingannevoli. Il trucco sta nel sapere se ci sono (e quali sono) integratori che è sensato assumere, se il prodotto contiene quanto dichiarato in etichetta e se mantiene quanto promette.
QUANTO È DIFFUSO L’UTILIZZO DI INTEGRATORI SPORTIVI?
Molti sportivi credono che gli integratori siano una componente essenziale per il successo sportivo. A prova di ciò, è stato calcolato che la maggior parte degli atleti professionisti fa uso di sostanze che accrescono il rendimento agonistico. Uno studio canadese condotto su 440 atleti professionisti di entrambi i sessi ha rivelato che l’87% di loro fa regolarmente uso di integratori (Lun et al, 2012), mentre secondo un altro studio canadese il 98% degli atleti di età compresa tra 11 e 25 anni utilizza integratori in maniera regolare o a intermittenza (Wiens et al, 2014). Le varietà più diffuse sono i multivitaminici, seguiti a ruota dagli integratori di carboidrati, da quelli proteici, dalla creatina e dalla caffeina. Altrettanto popolari negli sport di forza sono l’efedrina, la glutammina e l’HMB.
GLI INTEGRATORI SONO INDISPENSABILI PER MASSIMIZZARE LE PRESTAZIONI SPORTIVE?
Davanti alla vasta scelta di prodotti disponibili sul mercato, si è tentati di ritenere gli integratori indispensabili per il successo sportivo. In realtà, non è affatto così. Quando si parla di prestazioni fisiche, una corretta alimentazione e un allenamento mirato – uniti a un adeguato recupero – sono componenti molto più importanti. Gli integratori non compensano una dieta sbilanciata, né allenamenti irregolari o tempi di recupero insufficienti.
Prima che valutiate la possibilità di assumere integratori, assicuratevi che a livello di dieta, allenamento e recupero la vostra routine sia già ottimale. Pensate a questi elementi come alla base di una piramide, le fondamenta per una buona salute. Al livello immediatamente superiore della piramide troviamo i tempi di assunzione dei nutrienti, mentre gli integratori sportivi si collocano al livello più alto. In altre parole, gli integratori non sono altro che la punta della piramide, o la ciliegina sulla torta. Assumere integratori senza aver prima consolidato un corretto piano alimentare è come mettere il carro davanti ai buoi. È solo dopo aver raggiunto la piena padronanza dei primi tre livelli che potrete prendere in considerazione gli integratori.
In caso di riserve o preoccupazioni legate a questi prodotti, è opportuno rivolgersi a un dietologo accreditato o a un nutrizionista sportivo. Queste figure sapranno aiutarvi a valutare i rischi connessi alla loro assunzione e a compiere scelte consapevoli. Non affidatevi alle informazioni fornite dai produttori o ai consigli di persone non qualificate.
RISCHI VS BENEFICI
Gli integratori non necessitano dell’autorizzazione del Ministero della Salute britannico (DH) né della Food and Drug Administration (FDA) per essere immessi sul mercato. Di conseguenza, non ci sono garanzie che un determinato prodotto faccia ciò che promette. Gli organismi di regolamentazione si aspettano che i produttori evitino di ricorrere a claim non veritieri, ma bisogna riconoscere che non esiste una regolamentazione vera e propria in materia e che, di fatto, gli integratori sono commercializzati con pochissimi controlli sui claim che ne esaltano le proprietà.
È comunque vero che, per garantire la qualità e la sicurezza dei loro prodotti, i produttori sono tenuti a seguire standard produttivi rigorosi (Good Manufacturing Practices) attualmente imposti dal DH e dalla FDA. Il problema è che la maggior parte dei rischi per la salute emerge solo quando l’integratore in questione è già stato immesso sul mercato: è quindi solo dopo che un determinato problema medico si è già manifestato che gli organismi di regolamentazione possono disporre il ritiro del prodotto; tale processo si rivela spesso lungo e difficoltoso. Gli integratori rimossi dal mercato sono solitamente associati a un presunto rischio grave (se non mortale) per la salute.
I controlli qualità e gli standard produttivi variano notevolmente. Se alcune aziende adottano pratiche di fabbricazione ineccepibili, per altre non si può dire lo stesso: ciò comporta il rischio di acquistare integratori contaminati con sostanze proibite. Si tratta di un’eventualità reale, come dimostrano i molti atleti risultati positivi ai test antidoping a seguito dell’assunzione di integratori. Secondo una dichiarazione dell’Agenzia Mondiale Antidoping, «si ritiene che la positività al test sia spesso dovuta a un abuso di integratori; tuttavia, l’aver assunto un prodotto con etichetta irregolare o ingannevole non costituisce una scusante adeguata in un processo per doping».
Per finire, è bene sapere che l’utilizzo delle parole “naturale” e “vegetale” sulle etichette non è altro che una strategia di marketing e non implica necessariamente una maggiore sicurezza del prodotto.
QUALI SONO I RISCHI LEGATI ALL’ASSUNZIONE DI INTEGRATORI?
Se si pratica uno sport per cui sono previsti controlli antidoping, occorre fare la massima attenzione nell’assumere integratori per non correre il rischio di doping involontario. È fin troppo facile imbattersi in integratori contaminati che potrebbero risultare in un test antidoping positivo. Vi sono stati molti casi di atleti risultati positivi a sostanze proibite dopo aver assunto farmaci illegali spacciati per integratori sportivi, il tutto con gravi conseguenze. Ecco alcuni esempi di sostanze proibite che potrebbero essere presenti negli integratori alimentari:
- Deidroepiandrosterone (DHEA)
- Androstenedione / Androstenediolo (e variazioni che includano “19” e “nor-”)
- Efedra (Ma Huang)
- Efedrina
- Amfetamine
Dovreste inoltre sapere che alcuni ingredienti (e anche alcuni farmaci) legali in Europa e Stati Uniti sono invece proibiti nello sport dall’Agenzia Mondiale Antidoping (WADA). Ad esempio il DHEA, un precursore della sintesi di testosterone usato come rimedio antietà, e il sildenafil (Viagra), impiegato per migliorare tutt’altro tipo di prestazioni, sono sostanze perfettamente legali nel mercato ma vietate per gli atleti.
QUANTO È DIFFUSA LA CONTAMINAZIONE?
Vari studi hanno dimostrato che la contaminazione degli integratori con sostanze proibite avviene spesso in maniera accidentale, oppure è causata da bassi standard produttivi e/o prodotti con etichette inesatte. Nel corso di un’indagine condotta nel 2004 dal Comitato Olimpico Internazionale su 634 integratori testati da 13 paesi diversi, ben 94 (pari al 15%) sono risultati contaminati da sostanze proibite non dichiarate in etichetta (Geyer, 2004). In un altro 10% di questi prodotti è stata riscontrata la possibile presenza di steroidi. A conti fatti, un integratore su quattro conteneva sostanze proibite. I prodotti risultati positivi provenivano da tutto il mondo. Dei 37 campioni provenienti dal Regno Unito, il 19% è risultato contaminato, e la stessa percentuale ha riguardato gli integratori provenienti dagli Stati Uniti.
Da allora, la situazione non è migliorata. Nel 2007, da un’analisi di HFL Sport che ha preso in esame 58 integratori acquistati in normali negozi americani, è emerso che il 25% di questi prodotti conteneva steroidi e che l’11% era contaminato da stimolanti. Nel 2008, HFL ha analizzato 152 integratori acquistati nella stessa tipologia di negozi nel Regno Unito, scoprendo che oltre il 10% era contaminato anch’esso da steroidi e/o stimolanti (Judkins, 2008).
Da un’indagine svolta nel 2012 dalla Medicines and Healthcare Products Regulatory Agency (MHRA), è emerso che ben 84 prodotti illegali (finalizzati all’incremento della massa muscolare e dell’energia) contenevano sostanze pericolose quali steroidi, stimolanti e ormoni (MHRA, 2012).
A seguito di un’inchiesta condotta nel 2013 da HFL Sport Science, il 10% di un campione di 114 prodotti tra integratori e dimagranti è risultato contaminato da steroidi e/o stimolanti a livelli tali da garantire un test antidoping positivo (Russell et al, 2013). Alcuni dei prodotti contaminati riportavano la dicitura “testato da un laboratorio indipendente” o si certificavano addirittura come “doping free”.
I casi citati dimostrano come sia facile cadere nella trappola del doping involontario, per non parlare poi dei rischi per la salute connessi a tali contaminazioni.
COME ESSERE CERTI CHE UN INTEGRATORE SIA LEGALE?
Non si può mai essere completamente certi che un integratore non contenga sostanze proibite, nemmeno per quei prodotti che si dichiarano “doping free” o che si dicono formulati per essere assunti in totale sicurezza da atleti agonisti. Ecco perché:
- La lista delle sostanze proibite formulata dalla WADA non ha valore esaustivo: non specifica cioè ogni singolo prodotto vietato, ma si limita a identificare delle classi di sostanze proibite (come gli agenti anabolizzanti e le sostanze a essi correlate) e di metodi proibiti.
- Molte tecniche di analisi hanno un limite di rilevamento finito oltre il quale la tecnica in questione perde la sua efficacia. Ciò significa che una sostanza proibita che sia presente in un integratore in quantità inferiori ai livelli rilevabili può comunque dare un risultato positivo al test antidoping.
- La procedura di campionamento per i test sugli integratori è intrinsecamente inadeguata allo sport professionistico. Essa prevede infatti che una larga parte del prodotto non venga analizzata, ed è proprio lì che il campione in questione potrebbe contenere il contaminante.
COME LIMITARE AL MINIMO IL RISCHIO DI DOPING INVOLONTARIO?
La soluzione migliore è attenersi al regolamento in vigore nel proprio sport. Gli atleti che fanno uso di integratori alimentari si assumono la piena responsabilità di ciò che entra nel loro corpo. Sebbene non vi sia modo di eliminare del tutto il rischio di doping involontario, è possibile minimizzarlo adottando le seguenti misure:
- Scegliete produttori affidabili che siano in grado di supportare i loro claim con dati scientifici e fate analizzare i loro prodotti per ridurre al minimo il rischio di risultare positivi a una sostanza proibita. A questo proposito, contattate l’azienda per informarvi sulle analisi che effettuano per escludere eventuali contaminazioni.
- Controllate che le etichette riportino certificazioni volontarie come ad esempio quelle di Informed Sport (Regno Unito e Stati Uniti) o NSF Certified for Sport (Stati Uniti), a indicare che il prodotto è stato sottoposto a test indipendenti per verificare l’assenza di sostanze proibite (agenti anabolizzanti, narcotici, stimolanti, beta-2 agonisti, diuretici, ecc.). Informed Sport e NSF prevedono sistemi di garanzia della qualità concepiti per ridurre al minimo il rischio di doping involontario e riconosciuti come standard di riferimento. Si tratta tuttavia di una procedura facoltativa, in quanto i produttori non sono giuridicamente obbligati a far testare i propri prodotti. Ad oggi, in ragione anche dei costi elevati che tali certificazioni comportano, il numero di integratori su cui figura il loro logo è relativamente basso. Se siete atleti professionisti vincolati ai protocolli della WADA e decidete di assumere integratori, optare per prodotti certificati costituisce una sicurezza in più, anche nel caso in cui la vostra squadra o voi in prima persona siate sponsorizzati da un altro marchio di integratori. La lista dei prodotti registrati è disponibile sui siti anglofoni www.informed-sport.com e www.nsfsport.com.
- Orientatevi sui prodotti di grado farmaceutico, che potrebbero ridurre (ma non azzerare) il rischio di imbattersi in contaminazioni o etichette incomplete.
- Evitate le aziende che producono anche integratori contenenti sostanze proibite – ad esempio il deidroepiandrosterone (DHEA) – perché in questo caso il rischio di contaminazione incrociata è particolarmente elevato.
- Acquistate solo prodotti che riportino tutti gli ingredienti presenti e le relative percentuali; evitate le formule brevettate, che non dichiarano con esattezza il loro contenuto.
In ogni caso, bisogna tenere presente che il rischio di risultare positivi a un test antidoping sussiste anche se si assumono integratori certificati. La contaminazione è sempre possibile in quanto non è ancora stato implementato nulla di sistematico a impedirla.