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L'Hatha Yoga ed i chakra
Purificare il corpo con asana e respirazione
Esistono diverse forme di yoga, e la pratica cambia dall'una all'altra, concentrandosi di più su alcuni aspetti piuttosto che altri.
In questo articolo tratto dal libro Yoga. L'antidoto naturale allo stress approfondiremo:
- L'Hatha Yoga
- I chakra
L’Hatha Yoga
L’Hatha Yoga si occupa di purificare il corpo attraverso le asana e le tecniche di respirazione, chiamate anche pranayama. La pratica delle asana permette al corpo di liberarsi di tutte le costrizioni muscolari e articolari, con il risultato di favorire lo scorrimento dell’energia attraverso i canali energetici detti chakra.
Sfogliando un qualsiasi testo di Hatha Yoga si capisce immediatamente che per svolgere un’asana è fondamentale avere una buona flessibilità: un corpo rigido risiede in una mente rigida. Una buona flessibilità permette a chiunque di muoversi in maniera corretta senza squilibri; l’assenza di tale requisito rende il corpo rigido e pieno di tensioni.
La parola hatha, formata da ha e tha – che come già detto significano rispettivamente sole e luna, polo positivo e polo negativo – sottintende la duplice polarità dell’energia e la necessità di recuperare equilibrio e sinergia. L’Hatha Yoga si prefigge di armonizzare questi due poli, che convivono in ognuno di noi, attraverso la pratica delle posizioni e delle tecniche respiratorie. Per questo scopo fu praticato e sviluppato lo yoga, che indica sia la volontà di reintegrazione, sia le tecniche, gli atti e i passi necessari per compierla.
Nell’uomo, il polo positivo vibra nella parte destra del corpo e scorre lungo un canale che prende il nome di Pingala, mentre il polo negativo risuona nella parte sinistra e prende il nome di Ida. Questi due canali corrono paralleli a un terzo, che fluisce lungo la colonna vertebrale, dal perineo alla sommità del capo, e il cui nome è Sushumna. Ida e Pingala si incrociano lungo Sushumna; è in queste zone di incrocio che si collocano i chakra, che, secondo la tradizione, sono sette.
Obiettivo dell’Hatha Yoga è favorire il fluire del prana attraverso i canali (nadi), perché secondo la tradizione yoga quando essa ristagna, formando dei blocchi energetici, si originano le malattie. Da questa breve descrizione si evince la vera differenza tra la pratica sportiva e lo yoga. Lo yoga si prefigge l’integrazione della parte fisica – composta da ossa, muscoli, organi, etc. – e di quella mentale, dove risiedono i nostri pensieri.
Nella pratica riveste un ruolo centrale la respirazione, che agisce da collante tra la sfera fisica e la sfera mentale. Le tecniche di respirazione avranno quindi come obiettivo il miglioramento non solo dell’apparato respiratorio, ma anche dello scorrimento dell’energia vitale attraverso tutto l’organismo. La respirazione è tra i veicoli più importanti che abbiamo a disposizione.
I chakra
I chakra costituiscono una realtà simbolica che rimanda a stati di coscienza superiore e non a una realtà fisica, misurabile con i sensi umani. È importante comprendere che la filosofia indiana, il Samkhia, afferma che esiste una relazione di risonanza tra il mondo invisibile e quello visibile, così come tra l’Uomo (microcosmo) e l’Universo visibile (macrocosmo).
Ogni movimento prodotto nei mondi dell’Anima e dello Spirito fa vibrare, muove e attiva parti corrispondenti, così come gli stati emotivi della nostra psiche influenzano il funzionamento fisiologico del nostro corpo. Dunque, stando a questo principio di analogia, un’azione compiuta nel mondo microcosmico produce un effetto nell’universo fisico e nei mondi invisibili, e viceversa.
Nel nostro corpo esistono sette centri, detti chakra o ruote, ciascuno dei quali è rappresentato da un numero di petali corrispondenti ai canali che da essi si diramano. Sei sono distribuiti lungo la colonna vertebrale e uno sul capo. I chakra sono collegati tra loro attraverso un canale che corre lungo la colonna vertebrale (Sushumna). Alla base della spina dorsale, nella radice del chakra Muladhara, giace inattiva un’energia creatrice primordiale: la Kundalini.
Attraverso la pratica delle asana, il controllo del respiro e la meditazione, è possibile rendere attiva questa grande energia e farla risalire verso i chakra superiori, che rappresentano i diversi livelli di coscienza – dal più grossolano al più sottile – fino al raggiungimento del piano divino, dove l’adepto si spoglia completamente dei legami terreni.