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La dipendenza dall'esercizio fisico
Siamo tutti consapevoli dell'importanza dell'esercizio fisico per...
Siamo tutti consapevoli dell'importanza dell'esercizio fisico per il nostro benessere. Ma quand'è che l'allenamento diventa dipendenza e "il troppo stroppia"?
Scopriamolo insieme in Benessere. Il grande piacere di vivere bene di Alfredo Stecchi:
Come tutte le forme di dipendenza, anche quella dell'esercizio fisico non può essere giudicata positivamente anche se è chiaro che, al confronto, quelle da droga, alcol o gioco d'azzardo sono da considerare più dannose.
Quando si parla di dipendenza e di iperallenamento si vuole fare riferimento a persone che si allenano mediamente tutti i giorni, anche per tre o quattro ore.
Molto spesso, si tende a giudicare dipendenti anche persone che si allenano due-quattro volte a settimana per un'ora: questi soggetti, in verità, più che essere dipendenti cercano di soddisfare quella necessità fisiologica di fare esercizio fisico che è impressa nel nostro DNA, quasi alla pari dell'esigenza di mangiare, bere, dormire e fare l'amore.
Ritornando invece ai veri dipendenti, a coloro che applicano allo sport un impegno ossessivo-compulsivo, è stato evidenziato che il meccanismo che si instaura è per la maggior parte dei casi rapportato all'ansia di questi soggetti.
Nello specifico la dinamica è quella che prevede un effettiva riduzione dello stato d'ansia immediatamente dopo l'allenamento; così, la convinzione errata che si viene a strutturare è che più ci si allena, più si abbassa il livello d'ansia. Ma purtroppo non è così.
Se infatti si verifica un reale abbassamento del livello di tensione post esercizio come effetto acuto, a lungo termine l'allenamento eccessivo e ripetuto con scarsi periodi di recupero porta a un eccessivo consumo di ossigeno (stress ossidativo) che non consente una riduzione dei livelli basali dell'ansia.
Quando i volumi e le intensità degli allenamenti superano i limiti fisiologici, si verifica un forte incremento del cortisolo, l'ormone dello stress |
In altre parole, si avrebbe un incremento del livello di ansia basale del soggetto e l'aumento quantitativo dell'allenamento risulterebbe non solo inutile, ma del tutto controproducente.
Il risultato di questi comportamenti coincide quindi con un quadro ormonale che vede da una parte l'aumento del cortisolo (il già citato ormone dello stress) e dall'altra il contemporaneo abbassamento del testosterone.
Molto spesso, l'iperattività caratterizzata da livelli abnormi di ansia si affianca anche a significati di tipo estetico, che vanno purtroppo a contrassegnare dei profili oggettivamente patologici, soggetti a veri e propri disturbi della percezione del corpo.
È il caso ad esempio della vigoressia, che colpisce uomini tra i 20 e 40 anni che trascorrono ore e ore in palestra, dove si sottopongono a estenuanti esercizi di potenziamento muscolare, guardandosi continuamente allo specchio. Tali soggetti seguono diete iperproteiche e assumono quantità colossali di integratori di ogni genere. Un altro esempio è la bigoressia, tipica dei bodybuilder, che si vedono magri ed esili se pure abbiano masse muscolari molto più che ipertrofiche. Per finire, esiste l'ortoressia, che consiste nell'ossessione per tutti gli alimenti biologici "puri". Sono tutte problematiche piuttosto importanti, che vedono nell'anoressia la loro espressione più drammatica. È importante ricordare che si tratta di patologie a tutti gli effetti e, in quanto tali, necessitano sempre di assistenza specialistica.
Tratto e rielaborato da Benessere. Il grande piacere di vivere bene di Alfredo Stecchi