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Correggere le posizioni yoga
Le giuste tecniche di correzione
Non esiste un approccio universale per correggere un allievo in una posizione yoga, ma praticare le asana in prima persona migliora la consapevolezza del corpo e dei suoi limiti. Questo vi sarà di grande utilità nel momento in cui dovrete aiutare qualcuno ad assumere una posizione yoga, senza bisogno di forzature.
In questo articolo, tratto dal libro Yoga Tutor scopriamo:
- L'importanza delle giuste tecniche di correzione;
- I diversi metodi di correzione;
- L'obiettivo della correzione;
- Interazione tra allievo ed insegnante.
L'importanza delle giuste tecniche di correzione
I programmi di molti corsi di formazione per insegnanti prevedono l’apprendimento delle tecniche di correzione o assistenza più sicure ed efficaci da usare con gli allievi. Questo aspetto, però, è stato introdotto solo recentemente, a seguito dell’aumento del numero di infortuni, alcuni dei quali occorsi in seguito a un uso eccessivo della forza nel momento della correzione, soprattutto negli stili più diffusi come l’Ashtanga yoga e altre pratiche più dinamiche.
I diversi metodi di correzione
Come insegnante e praticante, mi sono reso conto che assistere (ed essere assistito) nelle posizioni può essere un modo efficace per aumentare la flessibilità ed esplorare la consapevolezza dell’asana sia da parte mia sia da parte dell’allievo.
Ci sono diversi modi per assistere le posizioni. Mentre alcune tradizioni offrono un approccio più fisico e pratico, altri si affidano a suggerimenti verbali che permettono agli allievi di esplorare il loro potenziale fisico in una determinata postura. Alcune scuole di yoga mettono anche a disposizione supporti e blocchi per aiutare gli allievi a migliorare le asana.
L'obiettivo della correzione
L’obiettivo della correzione dovrebbe essere quello di aiutare l’allievo ad assumere la postura corretta che gli possa offrire benefici fisici e mentali, dando piena espressione alla posizione. L’esperienza mi ha insegnato a dare assistenza solo quando è necessario e a mettere la sicurezza dell’allievo davanti a tutto. Molte correzioni possono essere fatte a voce con istruzioni chiare e precise, per esempio dicendo all’allievo di modificare la posizione di una mano o di un piede.
Spesso le correzioni non sono né necessarie né nell’interesse dell’allievo, poiché quest’ultimo potrebbe avere già raggiunto il suo limite fisico. Tuttavia, l’assistenza fisica può essere in alcuni casi l’unico modo per fare provare un’asana, soprattutto nel caso delle posizioni capovolte.
Interazione tra allievo ed insegnante
L’interazione tra l’insegnate e l’allievo non è mai così evidente come quando si corregge una posizione, quindi è importante che siate chiari sui vostri obiettivi. Apporterà dei benefici all’allievo?
Ciò che potreste ritenere utile può essere interpretato dall’allievo come una critica, pertanto è sempre bene chiarire gli obiettivi fin dall’inizio. Imparare a leggere il linguaggio del corpo vi aiuterà a capire cosa avviene a livello psico-energetico. L’espressione sul viso dei vostri allievi vi dirà cosa provano e come si sentono in una determinata posizione: se vi sembrano sofferenti, allora probabilmente lo sono davvero e si stanno sforzando eccessivamente. Aiutateli a rilassarsi correggendoli verbalmente.
Quando si corregge verbalmente, la voce e il tono devono essere affettuosi e di sostegno: non urlate mai e non umiliate i vostri allievi sottolineando le loro debolezze, ma al contrario cercate sempre di valorizzarne i punti di forza. Il modo in cui correggete qualcuno passa direttamente al destinatario. Il vostro allievo deve sentirsi sicuro e supportato.
Qualsiasi incertezza da parte vostra verrà quasi sicuramente percepita e l’allievo potrebbe sentirsi ancora più teso nella posizione; in questo caso i vostri tentativi di correzione saranno vani. Usate pertanto un approccio sicuro ma mai arrogante, evitando di esercitare troppa forza; spesso, infatti, basta un tocco leggero per guidare la persona ad affondare ancora di più in una posizione.
Mantenete una respirazione calma, tranquilla e regolare per rassicurare l’allievo: questo vi permetterà di approcciarvi alla correzione con maggiore consapevolezza e sensibilità. Quando la vostra respirazione è regolata e sincronizzata con i vostri movimenti, l’allievo spesso reagisce regolando la sua respirazione alla vostra e gli sarà più facile sperimentare la posizione con maggiore intensità e consapevolezza.
Spesso la correzione dipende da quanto i vostri allievi sono ricettivi e accettano di essere toccati. Ricordate: la correzione deve andare a beneficio dell’allievo e i suoi desideri vanno sempre rispettati, indipendentemente dall’asana e dal vostro ego.
Un ultimo avvertimento. Ho notato che molti allievi fanno affidamento sugli interventi dell’insegnante, piuttosto che sforzarsi di raggiungere da soli la posizione, perciò state attenti a quanto aiuto date: potrebbe rendere gli allievi troppo dipendenti da voi e venire, a volte, persino frainteso.