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Competizione nel ciclismo: una definizione da ricordare
L'aspetto positivo del competere
Se lo sport è un’ottima occasione di apprendimento, si deve anche fare attenzione alla definizione di “competizione”.
Nelle culture occidentali siamo abituati a pensare che il verbo “competere” si riferisca alla volontà individuale di prevalere sull’altro.
Fin dall’infanzia facciamo nostro questo messaggio. La competizione diventa l’annichilimento di sé o dell’altro.
Si tratta di un concetto che isola: nessuno ha bisogno di nessuno e il vincitore è solo.
In questo articolo tratto dal libro Performance ciclistica approfondiremo:
- La giusta definizione di "competere"
- L'importanza del supporto del team
- I fattori psicologici che influenzano la competizione
La giusta definizione di "competere"
La definizione latina di “competere”, implica “lottare insieme per allearsi allo scopo di" raggiungere un traguardo.
Se due o più persone lavorano per lo stesso scopo significa che il meglio viene messo in gioco per raggiungerlo. Anche se può esserci un solo vincitore, il fulcro si sposta dall’annientamento dell’altro all’alleanza. A differenza dell’uso moderno, la definizione latina include un senso di comunità nella lotta. Il rispetto per i compagni-avversari è implicito.
Questa definizione suggerisce anche che la competizione sia un processo, non un singolo atto. Come viene sottolineato da questo capitolo, le grandi prestazioni non si ottengono nel vuoto. Che siano date da un singolo evento o da un’intera brillante carriera, le buone performance sono il risultato delle giuste scelte in vari campi.
L'importanza del supporto del team
Un ciclista può cercare aiuto perché gli eventi esterni e/o interni allo sport hanno danneggiato le risorse psicologiche alle quali si affida di solito per il suo senso di identità, autostima, connessione al prossimo, libertà e valore.
La maggior parte dei ciclisti agonisti vede la propria disciplina con rispetto, in parte in ragione dell’investimento di energie, tempo e risorse che opera e per il senso personale che l’atleta le attribuisce grazie alle esperienze nate dallo sport stesso. La relazione che il ciclista ha con se stesso come atleta occupa un notevole spazio nella sua vita, ben oltre la parte attiva della sua carriera.
Si tratta di una relazione legata al proprio senso personale e che fornisce ricompense sia materiali che morali (fisiche, emotive, finanziarie, sociali e spirituali).
I fattori psicologici che influenzano la competizione
Per queste ragioni, il racconto del ciclista ha un ruolo-chiave nel guidare un intervento di aiuto. Come i non-atleti, i ciclisti variano nella loro capacità di adattamento e manifestano diversi gradi di ansia o depressione.
Gli inneschi di questi eventi possono essere fattori positivi (un avanzamento di categoria, la vittoria del campionato nazionale, il matrimonio) o negativi (lesioni, prestazioni deludenti, problemi finanziari).
I fattori di stress negativo, di solito, richiedono una maggiore attenzione e vengono riconosciuti da un atleta più facilmente (o notati dal suo team).
Sempre più ciclisti, manager e allenatori si stanno rendendo conto che lo stato di salute psicologica è fondamentale per la preparazione ideale a un evento.