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Allenamento Miofasciale: struttura dei tessuti fasciali

Allenamento Miofasciale: struttura dei tessuti fasciali

Di cosa sono composti i tessuti fasciali, e qual è la loro struttura?

Il tessuto connettivo è composto da diverse strutture. In questo articolo, tratto da Allenamento Mio-Fasciale, approfondiremo:

  • Sostanza fondamentale (matrice extracellulare);
  • Fibre;
  • Elementi cellulari;
  • Acqua e fibre nervose (qui ci concentreremo sull’acqua).

1. Sostanza fondamentale

Le cellule e le fibre del tessuto fasciale sono immerse in un liquido viscoso simile a una gelatina molto acquosa, denominato “sostanza fondamentale”. Questo liquido, che occupa tutto lo spazio tra le cellule e le fibre del tessuto connettivo, è composto da lunghe ed intrecciate molecole di proteoglicani, formati da catene di glicosaminoglicani (GAG) che hanno la capacità di legare acqua e di rendere così la matrice permeabile a sostanze metaboliche e gas che dal sangue passano alle cellule dei tessuti e viceversa. 

Dunque, la sostanza fondamentale è sede di un’immensa attività di scambi e ha la funzione di assorbire gli shock, resistere alle compressioni, lubrificare e regolare gli scambi intercellulari. La quantità di acqua che vi è contenuta costituisce circa il 70% di tutto il tessuto connettivo.

2. Fibre

Fondamentalmente, ci sono tre tipi di fibre nel tessuto fasciale:
a. Fibre di collagene;
b. Fibre elastiche;
c. Fibre reticolari.  

Le strutture delle singole fibre in salute vengono definite crimped, cioè ondulate. Infatti, esse presentano ondulazioni molto accentuate, che permettono ai tessuti di allungarsi nel momento di una richiesta e di ritornare poi alle loro posizioni di partenza. Le fibre, in virtù della loro funzione, mostrano una diversa disposizione delle strutture, che può essere reticolare o parallela. In questo modo, le strutture fasciali si possono adeguare appropriatamente alle diverse richieste di allungamento.

3. Elementi cellulari

Gli elementi cellulari sono costituiti per la maggior parte da fibroblasti, che sono responsabili della produzione della sostanza fondamentale, formano collagene ed elastina, nonché le proteine di reticolazione (cross-link). Si attivano per deformazione meccanica. Reagiscono ai carichi di compressione con la produzione di proteoglicani e glicosaminoglicani, gli "ammortizzatori" del tessuto. 

Reagiscono allo stress di trazione con la sintesi del collagene e dell'elastina. Gli stimoli decisivi per il miglioramento qualitativo del tessuto connettivo attraverso il movimento sono pertanto principalmente composti da un gioco di carichi di compressione e di trazione. Inoltre, i movimenti elastici promuovono la disposizione ondulata del collagene e anche il calore del corpo prodotto sembra avere effetti positivi per la fascia. 

È stato scoperto che i fibroblasti nelle guaine fasciali delle singole fibre muscolari sono attivati dal 20-30% della forza massima, anche con una produzione di forza molto leggera. Questo ha senso anche perché stabilizzare il muscolo e mantenerlo al suo posto è una funzione fondamentale del tessuto fasciale.

4. Acqua 

La sostanza di base della fascia è costituita da circa due terzi d’acqua: la cosiddetta “acqua legata” (cioè acqua che si lega alle sostanze solide della fascia). Questa forma legata permette all'acqua di scorrere come nel letto di un fiume, senza disperdersi in tutte le direzioni, ma offrendosi come mezzo di trasporto, simile a un acquedotto. 

Il bilanciamento idrico nella fascia è soggetto a un processo osmotico, nel quale l’acqua consumata viene eliminata dalla fascia per assorbirne altra, fresca e pulita. Lo scambio continuo dell’acqua è importante per l'assunzione e l’eliminazione dei prodotti metabolici e per le cellule immunitarie. Pensate a uno stagno nel quale il ricambio d’acqua è scarso o assente: col tempo, diventa maleodorante e putrido. Un lago, al contrario, in cui il ricambio di acqua è costante, rimane pulito e fresco.