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Il deficit di ossigeno nel ciclismo
Come si manifesta e cosa accade al corpo
Durante un qualsivoglia evento ciclistico, la distribuzione o variabilità della potenza in uscita sarà fluttuante. In questo articolo, tratto dal libro ciclismo Performance Ciclistica, vedremo allora di approfondire:
- Come reagisce il sistema cardiovascolare all'allenamento;
- Fattori da tenere in considerazione durante l'attività ciclistica.
Come reagisce il sistema cardiovascolare all'allenamento
I due estremi sono rappresentati dal ciclismo a cronometro (in cui si ha una tendenza di distribuzione della potenza in uscita molto prossima ai valori medi generalmente riportati) e il ciclismo su strada (in cui significative proporzioni di tempo vengono spese con una potenza in uscita molto bassa o molto alta, con ampie fluttuazioni intorno a un valore medio relativamente basso).
Pertanto, per i ciclisti su strada questa ampia variabilità si rifletterà su un crescente contributo anaerobico alla performance per rispondere ai requisiti intermittenti. In questo contesto, il sistema cardiovascolare (aerobico) non riesce ad adattarsi istantaneamente alle variazioni di potenza prodotta.
È probabile che le accelerate molto brevi vengano principalmente alimentate da sistemi energetici alattacidi, cioè l’energia viene creata dalla scissione di molecole di adenosin trifosfato* (ATP) e di fosfocreatina (CP). Gli sforzi anaerobici più sostenuti, invece, sono alimentati dalle scorte di ATP attraverso la formazione del lattato.
La misura in cui si può usare questo sistema energetico dipende dalla capacità di compensare (tamponare) il cambio di acidità che avviene nel corso di questo processo. Questa capacità è legata all’abilità dell’organismo di contenere i cambi di acidità. L’organismo ha una determinata quantità di sistemi tampone naturali che riducono l’impatto che l’alta acidità può avere sulle funzioni fisiologiche dell’organismo e sul conseguente stato di affaticamento.
Fattori da tenere in considerazione durante l'attività ciclistica
L’allenamento può assumere una serie di forme associate ai sistemi energetici anaerobici. In primo luogo, un ciclista potrebbe essere intenzionato a minimizzare la quantità di energia derivante da questi sistemi durante l’esercizio ciclistico a bassa intensità e aumentare così la quantità di energia derivante dal sistema energetico aerobico. Tuttavia, dato che quasi tutti i principali movimenti effettuati durante le competizioni ciclistiche sono di natura anaerobica, il ciclista deve assicurarsi di essere in grado, quando richiesto, di trarre una quantità notevole di energia da questo sistema. Pertanto, la riduzione al minimo del lattato e dell’acidità, oltre alla massimizzazione della tolleranza a queste componenti, dovrebbe essere un fattore da tenere in considerazione per i ciclisti che gareggiano su strada.
* L’adenosin trifosfato (ATP) è una sostanza che contiene tre molecole di fosfato. La rimozione da essa di una molecola di fosfato (si parla generalmente di scissione dell’ATP) rilascia energia e questo processo è l’unico da cui si può trarre l’energia necessaria per la contrazione muscolare. L’organismo immagazzina una quantità di ATP sufficiente solo per alimentare due o tre secondi di lavoro, perciò occorre generare ATP dal substrato (fonti nutritive e nutrienti immagazzinati). Una volta avvenuta la scissione dell’ATP, resta l’adenosin difosfato (ADP). In presenza del creatinchinasi, la fosfocreatina (PC) può cedere una molecola di fosfato all’ADP “rifosforilata”, cioè riconvertire l’ADP in ATP, che potrà poi essere scissa nuovamente e generare l’energia necessaria per la contrazione muscolare.