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Lo Yoga e i suoi fondamenti
L’uomo desidera la felicità...
L’uomo desidera la felicità.
Egli rifugge dal dolore e, pertanto, fa ogni sforzo per ottenere la felicità, pur tuttavia rimane intrappolato da quanto gli offre l’immagine attraverso i vari media che lo trascinano sempre più nella rete degli oggetti esterni che non hanno alcun briciolo di quella felicità che egli sta rincorrendo.
Il raggiungimento di tale obiettivo risiede negli elementi di base dello Yoga che sono: fiducia in se stessi, disciplina a formarsi opinioni personali, esercizio all’autocontrollo e al dominio su se stessi. Questa disciplina soltanto porterà alla felicità interiore che nascerà dalla consapevolezza che un centesimo di piacere è mescolato con tanti centesimi di dolore e che quello che è piacere per uno può essere dolore per un altro come, per esempio, il latte che per alcuni è di grande tolleranza e per altri l’esatto contrario.
A questa voce di saggi scienziati Yogi si unisce anche la voce della saggezza del mondo semplice, senza cultura libresca, per avallare tale tesi con una particolare riflessione secondo cui la vita è come la rosa. La rosa ha lo stelo tutto cosparso di spine; anche le foglie hanno le spine e soltanto alla fine c’è il bocciolo, la rosa, che tanto bella appare e tanta gioia dà ma che allo stesso tempo punge con l’una e/o l’altra spina. La bellezza e la durata della rosa sono brevi; rimangono le spine anche a stelo e foglie secche. Perché la rosa sia viva permanentemente e le spine non pungano è necessario guardare al di là del congiunto fisico.
Lo stesso è per la vita.
La vita punge da ogni parte e a tempo inaspettato, e le gioie sono poche oltre che passeggere.
Un grande messaggio di Yoga in stretta consonanza anche con il messaggio del grande medico e Yogi Swami Sivananda è ”Stacca e Attacca”. Il senso profondo dell’espressione è trascendere la visione del mondo per realizzare l’esperienza della felicità interiore tanto auspicata e rincorsa dall’uomo.
Sono questi gli elementi di base dello Yoga, che sono i veri controllori della mente, reale autrice della felicità e del dolore nell’uomo e dell’equilibrio nella persona umana. Questo è Yoga, dunque, una vita di saggezza e di equilibrio che non ha necessariamente bisogno di particolari posizioni del corpo ma solo di disciplina mentale e morale. Infatti, in sintonia con uno dei significati sanscriti del termine Yoga (uno stato di unione con il Divino o un’esperienza di unità con la Grande Realtà), grandi uomini sono nel mondo che non hanno la consapevolezza del termine Yoga ma che praticano una vita da perfetti Yogi per cui sono grandi Yogi.
Di qui si giunge all’intuizione e consapevolezza che Yoga è per tutti senza distinzione di età e sesso e senza necessità di un fisico atletico ma soltanto del desiderio e della forte determinazione di autorealizzazione anche o magari attraverso una pratica Yoga più naturale. Questo dimostra che Yoga è riferito, in verità, alla ricerca interiore attraverso la quale l’uomo ritroverà se stesso, la sua reale ntità e personalità e sarà in modo naturale in comunione con il Macrocosmo come sua primordiale eredità di vita. Ed è per questo che Yoga non richiede rigidamente la pratica di complicati esercizi del corpo ma soltanto un atteggiamento interiore adeguato e posizioni naturali.
La ricerca della comprensione di se stessi e, attraverso se stessi, dell’uomo in generale, trova ai nostri giorni sempre più il favore della gente perché si apre all’uomo un orizzonte più ampio. L’uomo sente il bisogno di riconsiderare ciò che prima riteneva confortevole e piacevole, anche come credenza filosofica. Questa inquietudine non riguarda, come spesso si ritiene, solamente la sua vita; è una inquietudine che lo porta a interrogarsi sulla sua stessa esistenza. Da questa ricerca l’uomo giunge a capire che ci devono essere dei mezzi appropriati che producono in lui una evoluzione armoniosa che lo libera dall’angoscia, realizza un funzionamento vitale perfetto, semplicemente normale e che gli rende il suo vero posto nella perfetta armonia del cosmo.
Questa conclusione dell’investigazione di sé è uguale in tutti i sinceri ricercatori che, pertanto, si conoscono tutti pur senza essersi incontrati sul piano fisico, perché si conoscono nell’Io dentro di sé per avere percorso le stesse strade dell’autorealizzazione, destinata a tutti, presto o tardi, senza distinzione di razza, credo, lingua, costume. Questa ricerca dell’Io è dell’uomo di tutti i tempi e la risposta soddisfacente non può venire dalla scienza pur con tutto il suo impegno di offrire all’uomo agi innumerevoli in ogni campo, per il semplice motivo che sono agi non duraturi perché non coinvolgono l’essere dal suo profondo interiore, oltre al grave pericolo che l’uomo usi tali scoperte più a suo danno che a suo favore (vedi l’uso deleterio che l’uomo ha fatto della fissione nucleare a scopi bellici per aver usato contro se stesso e il suo simile la bomba sganciata su Hiroshima).
In questa ricerca dell’Io l’uomo deve essere introdotto fin dalla sua più tenera età perché con la crescita gli sia congeniale uno stile di vita naturale e armonioso, rivolto alla salvaguardia di sé e dell’ambiente, condotto da una mente stabile e controllata che mantiene vigilanti sugli agguati che tende continuamente la vita quotidiana.